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Il giorno più bello della mia vita

di Davide Enia

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Un racconto di Davide Enia

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«No, ora ti spiego. Un fallo fa parte del gioco, Davidù. Un calcio intenzionale alla caviglia non è un fallo di gioco, è un calcio intenzionale alla caviglia. La violenza non è il fallo in sé… ricordi la poesia?»
«Quale?»
«Nessun grido atroce all'orecchio come il silenzio dell'insetto sotto il dito che lo schiaccia. Ecco. Questa è la violenza»
«‘Nchia Monica, ragione hai»
«È per questo che ami, no?»
BIIIP
«Sì»
«Vieni ora»
«Volo»
CLICK

La maestra Silvana sta parlando di Noè, della sua arca tutta piena di animali e della colomba della pace. Monica mi tira una pallina di carta ed io la guardo. Mi mostra un foglio. C'è la maestra Silvana disegnata a mostro. Io sto tutto zitto, tutto muto ma rido con gli occhi. A Monica invece scappa un sorriso di labbra che di colpo il suo viso diven-ta tutto sole e io mi sento illuminato e sereno. Però la maestra Silvana ha appena chiamato Monica e ora le sta chiedendo «Perché ridi». Monica non risponde. «Sono le co-lombe che ti fanno ridere così tanto, signorinella?». Monica conferma il suo silenzio. Allora la maestra Silvana viene davanti al banco di Monica, che è proprio quello davanti al mio. E accanto ai nostri due banchi c'è una finestra che incornicia un pioppo, una cabina del telefono e foglie che girano nel vento. «Monica - sta dicendo adesso la mae-stra Silvana con la sua insopportabile voce da unghia sulla lavagna -, fa' vedere a tutti i tuoi compagni come vola una colomba. Su, Monica, alzati in piedi». I miei compagni prima stanno zitti, poi accumìnciano coi sorrisetti. Monica è rossa di vergogna ma pian pianino si alza in piedi. Sta aprendo le braccia in silenzio. I miei compagni la indicano e continuano coi sorrisetti ma a me adesso le braccia di Monica mi sembrano davvero due ali, bianche e belle. Che nemmeno io me ne rendo di come è successo ma adesso pure io sono in piedi. «Maestra - sto gridando -, maestra! Io so fare il corvo, talè: CRAAA CRAAA CRAAA». Fu attimo piccino picciò, ma le ali di Monica volarono libere e se-rene, nessuno sguardo a crocifiggerle. Adesso però tutti i miei compagni mi guardano con ammirazione e mi indicano e ridono pure fortissimo perché, diciamocelo onesta-mente, io a fare il corvo sono bravissimo. La maestra Silvana invece si leva di colpo gli occhiali eppoi se li rimette. Grida. «Davide! Fuori! Subito!». Io, calmo come il corvo, con logica inoppugnabile le rispondo «Ma c'è tema, maestra». Le gambe le tremano. I diti della mano, pure. Sta urlando. «Per il tema rientri. Ora esci subito». I miei compagni adesso sono tutti zitti, occhi bassi. Hanno paura della maestra Silvana quando grida. Io allargo le mie ali al massimo che posso, passo davanti a Monica, le faccio l'occhiolino e volo fuori in corridoio. In classe lo stillicidio non è terminato. La maestra Silvana continua a gridare. «E come canta la colomba, Monica? Facci sentire come canta». Io ho l'orecchio attaccato alla porta. Sento la voce di Monica che trattiene le lacrime, poi si schiarisce e canta. CRAAA CRAAA CRAAA. Stupida femmina, quello è il corvo… I miei compagni ridono e Monica no. Il corridoio però è tutto vuoto. Beeeello! Allora ci gioco: io sono Diego Armando Maradona e corro velocissimo e mi smarco a tutti e segno due golle assurdi, bellissimi e difficilissimi. Quando la maestra Silvana mi richiama in classe per il tema, ho appena disputato la finale. È stata dura ma io e la mia squadra imma-ginaria alla fine abbiamo vinto alla grandissima. Mi siedo al banco e scrivo il tema con rinnovato entusiasmo. Ho appena vinto la coppa del mondo, fuori in corridoio. Nulla può sconfiggermi.

Ecco perché fu giusto che tra noi due, Monica, terminasse così, con quella telefonata dalla cabina accanto al pioppo. Perché a volte è così che finiscono le storie d'amore. Con nessuna parola possibile. Non ci sono mai appartenute le parole inutili, le recite male allestite. Tu ed io, Monica, tu ed io per dirci tutto possedevamo soltanto il tempo di un gettone. Un gettone soltanto. Ecco perché lasciarsi fu più facile che altro. Pronto?, Ciao Monica, Ciao Davidù. E poi niente più. Più nessuna parola. Perché nes-suna parola era più possibile. Soltanto il suono metallico, inesorabile di un gettone che cade e si perde. L'avviso di fine chiamata è più una liberazione che altro.
Per poi scoprire con lucida consapevolezza che la fine di un amore non crea soltanto un cimitero di esseri umani, ma anche un camposanto di luoghi.
Non ci tornai più lì, fino ad oggi. Lo sai, Monica? Il pioppo non c'è più. La cabina del telefono nemmanco. Non è rimasto più niente a rendere testimonianza della nostra storia.
Non è più tempo da santuari, il nostro.

Tema in classe.
Titolo: il giorno più bello della mia vita
Svolgimento
«Io c'era una volta un cielo grande come il campo di calcio dove gioca Diego Armando Maradona. A terra in città invece c'era il mercatino. L'aria era tutta tagliolina, il freddo spirtusàva le ossa. Era un giorno tutto ghiaccio. Io stavo fermo come il sasso mentre foglie mi ballavano attorno per il vento. Ero tutto stretto nel mio cappotto blu, quel-lo che mamma m'ha regalato al compleanno che non m'era piaciuto perché volevo il pallone. Al mercatino c'erano le zucchine verdi per il brodo, le magliette di calcio, i saponi per le mani e c'era pure la maestra Silvana che però non aveva comprato niente. Nel cielo c'erano nuvole basse e fredde. Invece sulla cabina del telefono c'era una colomba bianca che rideva e accanto sul pioppo c'era un corvo bellissimo e buio come la terza maglia del Palermo. Il corvo vede la maestra Silvana e ci fa: CRAAA CRAAA che nella lingua dei corvi significa: Silvana! Pentiti! E la maestra Silvana ci fa: No, non mi pento. Allora il corvo si alza in volo e diventa velocissimo come Diego Armando Maradona e ci tira una scacazzata che la colpisce tutta in testa alla maestra Silvana. Tutto il mercatino ride e la colomba è felice. Il corvo la raggiunge sulla cabina del telefono e poi volano in cielo. Compare un bel sole ed è subito estate. La lezione di questo tema è: pentiti che sei stata cattiva sennò il corvo arriva e ti scacazza in testa. Ecco. Questo è stato il giorno più bello della mia vita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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